Diritto d’autore: Cassina vince contro RAI per l’uso di copie della LC2 nelle trasmissioni
Il Tribunale di Roma, con sentenza del 12 settembre 2025 nel procedimento R.G. n. 25039/2022, si è pronunciato sulla tutela di diritto d’autore della celebre poltrona LC2 di Le Corbusier, i cui diritti esclusivi di sfruttamento economico appartengono a Cassina. La decisione, in linea con numerosi precedenti, ha riconosciuto il valore artistico della poltrona e quindi la sua tutelabilità ai sensi dell’art. 2 n. 10 della legge sul diritto d’autore (l.d.a.). Inoltre, ha accertato l’illiceità dell’utilizzo di copie della poltrona in alcuni programmi televisivi della RAI.
Nelle proprie difese, RAI sosteneva di avere utilizzato le poltrone soltanto come elementi funzionali di scena, per far accomodare ospiti e attori, senza alcuna intenzione di valorizzarne la dimensione artistica. Secondo RAI ciò non costituiva una forma di sfruttamento economico delle poltrone quali opere dell’ingegno e quindi non violava i diritti esclusivi di Cassina.
I Giudici romani si mostrano di diverso avviso, rilevando che, benchè l’uso degli arredi rispondesse anche a esigenze funzionali, la loro collocazione come elementi centrali, e talvolta unici, dello spazio scenico, ovvero come arredi ben visibili al centro dell’inquadratura, li aveva trasformati in parte integrante della scenografia. Tale utilizzo costituiva quindi una vera e propria utilizzazione economica dell’opera e una sua comunicazione al pubblico non autorizzata, integrando quindi la violazione dei diritti patrimoniali d’autore di Cassina rispettivamente ai sensi degli artt. 12 e 16 l.d.a.
Il Tribunale ha quindi disposto l’inibitoria definitiva alla RAI da qualsiasi forma di utilizzo o riproduzione delle poltrone LC2 non originali, ordinato la rimozione e distruzione delle copie e condannato RAI al risarcimento dei danni in favore di Cassina per € 30.000, oltre a una penale di € 5.000 per ogni giorno di ulteriore violazione.
Quale nota di chiusura, vale la pena notare che la decisione si pone su un piano diverso rispetto alla nota sentenza CGUE nel caso Cassina contro la catena di abbigliamento Peek & Cloppenburg (C 456/06), relativo all’utilizzo di copie di arredi di Le Corbousier in una sala relax per i clienti all’interno di un negozio. In quel caso, infatti, Cassina aveva lamentato la violazione dei propri diritti esclusivi di “distribuzione” dell’opera (art. 17 l.d.a.), violazione che la Corte aveva negato concludendo che la “distribuzione al pubblico” di un’opera, ai sensi del diritto d’autore (art. 4 direttiva 2001/29/CE), “implica necessariamente un trasferimento della proprietà di tale oggetto. Di conseguenza, non costituiscono una forma di distribuzione di tal genere né il semplice fatto di accordare al pubblico la possibilità di utilizzare le riproduzioni di un’opera protetta dal diritto d’autore, né l’esposizione al pubblico di tali riproduzioni senza che neppure sia concessa la possibilità di utilizzarle”.