Il Tribunale di Venezia concede tutela di diritto d’autore ai layout e interior design di uno yacht

(la versione originaria di questo post è pubblicata su Diritto24)

Con una recente ordinanza emessa in sede di reclamo cautelare (RG n. 2236/2018), la Sezione Specializzata in materia di Impresa del Tribunale di Venezia ha accordato tutela di diritto d’autore ai layout e interior design di uno yacht, in favore dell’architetto che li aveva ideati.

La vertenza vedeva contrapporsi l’architetto vicentino Tiberio Cerato a una nota società produttrice di yacht, che aveva realizzato e venduto all’armatore lo scafo in vetroresina a partire dal quale l’architetto aveva curato la progettazione e realizzazione cantieristica di tutti i lay-out, interni e arredi. A lavoro ultimato, la società aveva pubblicato le immagini e un video ritraente i dettagli degli interni dello yacht nel proprio sito web e canale Vimeo, consentendone anche la divulgazione via YouTube, senza richiederne l’autorizzazione all’architetto né indicarne il nome come progettista, e indicando anzi sé stessa e il proprio legale rappresentante come responsabili dello styling e dell’interior design. L’architetto Cerato aveva quindi agito in giudizio per ottenere un ordine giudiziale di cessazione di tali condotte per violazione dei propri diritti d’autore, ai sensi dell’art. 2 n. 5 della legge sul diritto d’autore (LDA).

Dopo un iniziale rigetto della domanda, l’ordinanza in commento accoglie integralmente il reclamo dell’architetto, rilevando che “l’opera in esame ha raggiunto il necessario requisito di creatività ed originalità tale da riconoscerle la tutela di cui all’art. 2 LDA”. I Giudici indicano quali elementi che portano a tale conclusione, tra l’altro, la personale rielaborazione ed organizzazione degli spazi interni da parte dell’architetto, l’utilizzo di linee aeree ed essenziali, la particolare elaborazione della tuga (capace di scomparire sotto il pavimento senza lasciare traccia), la particolare cura con la quale sono stati disegnati e combinati gli arredi di interni, l’originalità del progetto dell’illuminazione.

In tale contesto, rileva il Tribunale, è evidente “l’illiceità della condotta della società, che si ravvisa anche per il sol fatto di pubblicare sul proprio sito delle soluzioni progettuali realizzate dall’arch. Cerato senza indicare l’autore dell’opera”.

Il Tribunale ritiene peraltro irrilevante la difesa della società secondo cui la pubblicazione sarebbe stata frutto di un mero errore: “la circostanza, anche ove provata, non escluderebbe la responsabilità, quantomeno per negligenza, della parte reclamata, la quale, oltretutto, era stata diffidata dal ricorrente dal rimuovere l’immagine dal proprio sito, essendo quindi stata posta nelle condizioni di poter verificare l’esistenza dell’illecita pubblicazione e di rimuoverla”.

In accoglimento delle difese dell’architetto, il Tribunale sanziona anche la divulgazione del video su YouTube, benchè avvenuta su un canale non direttamente riferito alla società: “il video in questione contiene molteplici riferimenti alla società, di talché, anche per l’ipotesi in cui il video fosse stato pubblicato da un soggetto ad essa estraneo, la resistente, quale titolare delle immagini, ben potrebbe attivarsi per ottenere la rimozione delle stesse, diffidando l’autore della pubblicazione dal rimuoverla ovvero rivolgendo una segnalazione al gestore del sito, secondo le modalità ivi pubblicate”.

Alla luce di quanto sopra, i Giudici condannano quindi la società ad astenersi dal “pubblicare su qualunque mezzo di comunicazione commerciale, incluse brochure, sito web, Vimeo e Youtube, immagini, disegni e video relativi all’opera realizzata dall’architetto Cerato”, con fissazione di penale di mille euro per ogni giorno di violazione dell’inibitoria e per ogni mezzo attraverso il quale la violazione dovesse essere realizzata. La società viene inoltre condannata a pubblicare il dispositivo dell’ordinanza sulla rivista Nautica, e a corrispondere all’architetto le spese di lite.

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