Il TUE conferma la distintività del marchio “Pagine Gialle”

Con sentenza dello scorso 20 novembre nella causa T-589/11, Il Tribunale dell’Unione Europea (“TUE”) ha confermato la decisione con cui l’Ufficio per l’Armonizzazione del Mercato Interno (“UAMI”) aveva affermato la validità del marchio comunitario denominativo “PAGINE GIALLE” (il “Marchio”) dell’italiana Seat Pagine Gialle S.p.A. (“Seat”).

La decisione dell’UAMI in questione era stata impugnata avanti al TUE dalla società francese Phonebook of the World (“Phonebook”). Quest’ultima aveva chiesto, ex art. 52(1)(a) del Regolamento CE n. 207/2009 (il “Regolamento”), che il Marchio fosse dichiarato nullo ai sensi dell’art. 7(1) del Regolamento medesimo in quanto privo di carattere distintivo (lett. b dell’art. 7(1)), ed anzi addirittura descrittivo del prodotto da esso identificato (lett. c) e divenuto di uso comune nel linguaggio corrente per designare gli elenchi telefonici delle attività commerciali (lett. d). Tali argomentazioni non sono state però condivise dal TUE, che ha rigettato il ricorso di Phonebook condannandola al pagamento delle spese di lite. (…)

Nella propria decisione, il TUE rileva innanzitutto che Phonebook non ha contestato che, in Italia, il Marchio abbia acquisito carattere distintivo grazie all’uso fattone da Seat (c.d. “secondary meaning” che esclude l’invalidità ai sensi dell’art. 7(3) del Regolamento), come concluso dall’UAMI sulla base di un sondaggio prodotto da Seat da cui emergeva che tre quarti degli intervistati italiani collegano le parole “pagine gialle” al Marchio di Seat. Per tale ragione, ritenuta così in ogni caso “sanata” l’eventuale originaria mancanza di distintività a livello italiano, il TUE procede con la verifica della percezione del Marchio nel resto dell’Unione Europea.

Sul fronte europeo, il TUE rigetta l’argomentazione di Phonebook secondo cui l’italiano sarebbe lingua molto diffusa in Europa, al punto che anche fuori dall’Italia il pubblico sarebbe in grado di riconoscere nel Marchio la traduzione italiana dei termini “yellow pages”, “pages jaunes”, etc. che indicano correntemente gli elenchi telefonici relativi ad attività commerciali nelle altre lingue della UE. Per il TUE, in particolare, Phonebook non ha fornito prova di tale propria allegazione, a fronte invece di un sondaggio della Commissione Europea (non contestato da Phonebook) che nel 2006 aveva escluso che l’italiano fosse una delle seconde lingue generalmente conosciute dal pubblico europeo.

In ogni caso, rileva il TUE, Phonebook non ha dimostrato che il pubblico europeo colleghi l’espressione “pagine gialle” alle equivalenti espressioni nelle altre lingue della UE. Il TUE conclude quindi che anche nel resto d’Europa il Marchio ha carattere distintivo, poiché il relativo pubblico non è in grado di percepire l’espressione “pagine gialle” come una descrizione dei relativi beni o servizi né come una denominazione di uso comune, nel linguaggio corrente, per identificare tali beni e servizi, considerandola invece un’espressione di fantasia avente carattere distintivo.

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